Il tribunale italiano classifica l’algoritmo di Deliveroo come discriminatorio

Il tribunale italiano classifica l’algoritmo di Deliveroo come discriminatorio

Shutterstock / Eyesonmilan

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L’algoritmo nell’app del servizio di consegna Deliveroo viola i diritti dei dipendenti dei rispettivi conducenti. Lo ha deciso un tribunale di Bologna. La startup, abituata al successo, si vede erroneamente a turno e non vuole accettare giudizi.

Il fatto che i clienti possano valutare il servizio di corriere non è una novità nell’era di Internet. Ma il servizio di consegna di cibo di Deliveroo va oltre, non esclusivo del settore. L’autista accede o si disconnette utilizzando l’app e fa determinati viaggi o turni. Deliveroo ha utilizzato questa app per valutare la motivazione dei propri dipendenti e ha applicato criteri discriminatori nel processo. Un tribunale di Bologna, in Italia, ha emesso questa sentenza. La causa intentata da diversi conducenti che avevano lavorato in Deliveroo – e che ritenevano l’app ingiustamente valutata – è stata accolta.

Malato o diventato blu?

Secondo quanto riportato dai media italiani, il tribunale si è lamentato soprattutto del fatto che l’algoritmo programmato nell’app non faceva alcuna differenza nel caso di assenteismo o assenza del conducente, che l’assenza fosse legalmente giustificata o meno. I dipendenti di Deliveroo che, ad esempio, non si sono presentati per motivi di salute o perché hanno partecipato a uno sciopero industriale, saranno puniti nell’app proprio come i corrieri che erano semplicemente assenti senza scusa.

Il tribunale ha ordinato l’inizio del passaggio di consegne per pagare a ciascun conducente 50.000 euro e sostenere le spese legali. Inoltre, Deliveroo deve pubblicare la sentenza sul proprio sito web.

Unione soddisfatta, Deliveroo no

La decisione è stata ben accolta dalla Confederazione Sindacale Italiana Cgil, che in un comunicato l’ha definita “una svolta storica nella difesa dei diritti dei lavoratori sindacalizzati nel mondo digitale”.

Molto meno soddisfatto il management di Deliveroo Italia. Si prende atto del verdetto, ma non lo si accetta, secondo una dichiarazione di Matteo Sarzana, presidente di Deliveroo in Italia. Il giudizio si basa su una “valutazione ipotetica priva di prove concrete”. Sarzana indica che l’app non è più in uso in questa forma.

Azioni legali contro Uber e Ola

Le basi di dipendenti promosse da startup come Uber, Deliveroo o Ola sono sempre più causa di conflitti. Le startup vedono i moduli di prenotazione gratuiti come un’opportunità per i dipendenti di lavorare quanto vogliono o meno. Non ci sono collegamenti fisici.

Spesso i dipendenti la vedono in modo diverso. Nell’estate del 2020, un tribunale della California ha dichiarato dipendenti Uber. Ci sono azioni legali pendenti nei Paesi Bassi contro Uber e il fornitore di cibo Ola. Allo stato attuale, una controversia sui rapporti tra le startup di servizi di autista ei loro dipendenti sta diventando sempre più comune in tribunale.

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