Tuttavia, nel tempo, la fantasia fantastica ha perso il suo potere. Mentre Keplero e i suoi contemporanei si riferivano ancora al misticismo, i suoi discendenti videro nell’industrializzazione che prevalgono le leggi della natura. Mentre prima la magia o il potere divino potevano ancora causare danni, ora la meccanica funziona. Il filosofo del diciottesimo secolo David Hume scrisse: “Considerate l’intero sistema mondiale, tutte le sue parti, e vedrete che non è altro che una grande macchina divisa in innumerevoli tipi di macchine più piccole”. Da allora, il mondo è diventato come un orologio. Da allora il progresso è stato inevitabilmente determinato. A chi verrebbe ancora l’idea di girare l’orologio?
La fede nella tecnologia non ha sostituito l’immaginazione. Il “Sogno” di Keplero, la distopia di Aldous Huxley e H.G. Wells uniscono l’importanza dell’immaginazione. Ma quest’ultima non trova posto in un presente sempre più ordinato e razionale, progettato per la simmetria. Da allora, il fantasy e la sua intrinseca diversità appartengono al futuro. Lì, e solo lì, si può sfogare la propria rabbia. Di conseguenza, scienza e finzione sono diventate sempre più separate.
Oggi lo stato della relazione è “complicato”. La fantasia a volte entra nel nostro mondo sotto forma di alcune visioni. Sono narratori contemporanei, geni privilegiati e quindi incomprensibili, che, in modo strano, definiscono il dibattito pubblico e annunciano il progresso indipendente. Titolo: “Il progresso attraverso la tecnologia”. L’uomo resta spettatore (non “Vorsprung durch Menschen”). Tuttavia, l’uomo raramente appare come autore o forza creativa. Mangia quello che c’è sul tavolo. E mentre siamo seduti, il progresso sta guadagnando slancio. È difficile per noi tenere il passo. Viviamo sempre più spesso in uno stato che non comprendiamo più, utilizziamo tecnologie che non possiamo spiegare e facciamo scelte personali anche se non siamo d’accordo con le loro conseguenze complessive, se potessimo comprenderle. Le tecnologie e le loro promesse ci vengono presentate come “normali” in successione più velocemente che mai prima ancora che esistano nella realtà. statistiche quantitative? È lì da molto tempo. Guida autonoma? Qualcosa del 2015. Metaverso, Blockchain, Web3? Sei andato lì e l’hai fatto! Il filosofo Peter Sloterdijk ha scritto che a chi non ha le vertigini non viene detto. Mentre noi spettatori cerchiamo di tenere il passo con gli sviluppi tecnologici e le narrazioni dei visionari, le forze repulsive della modernità ci prosciugano più di quanto ci danno. Indifesi e frustrati, ci troviamo sempre più in situazioni estreme, come se fossimo in un ciclo di rotazione – diventando soli tra quelli dei miserabili che abbandonano la scuola e quelli degli utopisti tecnologici.
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